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20 Giu
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Intervista all'autore - Mauro Franz

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

La mia vita è stata molto semplice. Come per una buona parte dei comuni mortali mi sono sposato una prima volta per poi divorziare e risposato una seconda. Ho cominciato a lavorare in ambiente ospedaliero e così ho continuato fino ad oggi. Ho vissuto da adolescente a Milano per il resto a Trieste . Avevo un camper e quando ero ridivenuto single ho viaggiato con lui per tre quarti dell’Europa. Con l'aereo ho girato Tunisia, Egitto , Brasile e Portogallo oltre che Londra. Da queste esperienze ne ho ricavato una visione del mondo meno chiara di quanto avessi immaginato, da cui il mio interessarmi di più della sfera religiosa e spirituale mondiale. uando ho ritenuto di averne capito abbastanza la decisione di scrivere questo libro.




2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

Non c'è un momento preciso, a volte l'ispirazione viene in qualsiasi momento, ma in genere è alla sera il momento migliore a riguardo.



3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Non c'è di fatto, leggo infatti sempre ma di tutto e spesso estratti o pezzi di qualche libro. Ci sono alcuni nomi che mi hanno colpito più di altri, Bertrand Russell , Socrate, Karl Marx, Mussolini, il Vangelo di Giuda, ma la lista potrebbe allungarsi .



4. Perché è nata la sua opera?

Si dice che il 5% della popolazione umana è inattaccabile dalla potenza dei mass-media; beh, io appartengo senz'altro a questa categoria, ma me lo sono sempre chiesto il perché. Poi però soprattutto il fenomeno dell'Isis e della capacità di pochi mostri umani di renderli così influenti a livello mediatico mi ha aperto decisamente troppo gli occhi. Qualche ricerca in più e molto più mirata ed ecco il perché del mio libro.



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Molto. Il fatto per esempio che mia moglie sia musulmana ma che non approva affatto ogni forma di estremismo islamico ma che nello stesso momento finisce spesso per giustificarlo mi ha fatto capire molte troppe cose a riguardo. Poi c'è il discorso di tutti quei libertari che parlano tanto ma poi messi alle strette non sanno come giustificare né come trovare i fondi economici per realizzare le loro idee, insomma parlare non è sinonimo di poter fare e questo l'ho visto e sentito attorno a me in troppe persone.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Entrambe le cose.



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

Molto, paradossalmente io sono molto conservatore ma allo stesso tempo non mi sognerei mai per esempio di buttare giù da un palazzo un gay come fanno nell'Islam. Ho moglie musulmana ma odio l'islamismo arabico, esigo rispetto per Cristo ma non vedo affatto bene ciò che fa il vaticano e i sui vescovi. Eppure ritengo di avere le idee molto chiare su come dovrebbe essere il mondo umano, meno consumismo e dogmi religiosi e molta più vera socialità nei fatti col vicino di casa per esempio.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

Bertrand Russell.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

Un paio di colleghi sul lavoro , ma Trieste è una città troppo particolare e non mi fido molto sui commenti che mi verranno fatti a riguardo.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

Se lo sarà non mi piacerà molto, il libro di carta per me è come un simbolo sacro.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Mah, se servirà ai ciechi va bene.


 

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